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LUNEDÌ, 22 FEBBRAIO 2010
Quattro bellunesi alla fase nazionale
Quattro bellunesi alla fase nazionale
Quattro bellunesi alla fase nazionale
Quattro bellunesi alla fase nazionale
Trofeo delle Regioni. La società feltrina ha vinto sulle nevi di Pecol la terza edizione del «Martinoia» Croce d’Aune, Ponte, Super Cadore e Caprioli difenderanno i colori veneti
ALESSIA FORZIN / |
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ZOLDO ALTO. Croce d’Aune in trionfo al 3º memorial Gianni Martinoia, valido come fase regionale del Trofeo delle Regioni, che si è svolto ieri sulla Grava 2 a Pecol per l’organizzazione del Super Cadore. La competizione è servita anche per decretare i magnifici 8 che difenderanno i colori veneti alla fase nazionale. Tra questi 4 società bellunesi: Croce D’Aune, Ponte nelle Alpi Bellitalia, Super Cadore e Caprioli San Vito. Le finali sono in programma tra un mese all’Abetone, e parteciperanno, oltre alle quattro bellunesi, Gao Verona, Treviso, Mestre e Playlife. Una gara dai grandi numeri, il Trofeo Regioni. Al via 401 concorrenti e 25 club, che si sono dati battaglia per quasi 5 ore, visto che le gare di sabato erano saltate. CLASSIFICHE Società. 1. Croce d’Aune 5.607 punti; 2. Gao Verona 4.717; 3. Ponte nelle Alpi 3.563; 4. Treviso 3.549; 5. Mestre 3.455; 6. Playlife 3.052; 7. SuperCadore 2.830; 8. Caprioli 2.817. MASCHILE Junior-Senior. 1. Alessandro Chiuso (Mestre) 48.28; 2. Stefano Viel (Ponte nelle Alpi) 48.41; 3. Carlo Naibo (Cristallo) 49.16. Master B5. 1. Giorgio Riva (SuperCadore) 1.08.49; 2. Guido De Biasi (G.a.o. Verona) 1.17.77. Master B4. 1. Roberto Dal Farra (Nevegal) 59.96; 2. Luigi Lovat (Valzoldana) 1.01.83; 3. Sergio Signorotto (G.a.o. Verona) 1.07.70. Master B3. 1. Silvio Fontanive (Croce d’Aune) 59.23; 2. Italo Angi (Mestre) 1.00.34; 3. Marcello Ferrari (G.a.o. Verona) 1.01.25. Master B2. 1. Vittorio Palatini (Caprioli) 54.72; 2. Mansueto Da Vià (SuperCadore) 57.01; 3. Luigi Valler (G.a.o. Verona) 57.97. Master B1. 1. Fulvio De Bortoli (Croce d’Aune) 54.34; 2. Remo De Marco (Croce d’Aune) 54.47; 3. Carlo Calvelli (G.a.o. Verona) 56.71. Master A4. 1. Enzo De Biasi (Croce d’Aune) 51.85; 2. Soro Dorotei (Ponte nelle Alpi) 52.97; 3. Daniele D’Isep (Valzoldana) 53.07. Master A3. 1. Giampaolo Milani (Playlife) 51.35; 2. Antonio Rossi (Treviso) 51.77; 3. Manuel Camuffo (Agonistico) 52.35. Master A2. 1. Massimo Favaro (Nottoli) 51.96; 2. Silvano Battaglia (Maser) 52.11; 3. Alberto Roma (Croce d’Aune) 52.34. Master A1. 1. Claudio Da Ros (Croce d’Aune) 50.84; 2. Luca Carazzai (Croce d’Aune) 51.01; 3. Stefano Giop (Feltre) 52.20. FEMMINILE Juniores - Senior. 1. Giulia Pintarelli (2000) 50.63; 2. Alessandra Del Favero (Caprioli) 51.59; 3. Michela Costan (Trichiana) 52.05. Master D3. 1. Piera Pellizzari (Croce d’Aune) 1.08.81; 2. Diana Mottes (Maser) 1.15.28. Master D1. 1. Giuliana Mazzoccato (Maser) 1.04.75; 2. Daniela De Vido (Caprioli) 1.05.55; 3. Riccarda Floriani (SuperCadore) 1.08.08. Master C4. 1. Mirella Fozzer (G.a.o. Verona) 57.61; 2. Silvia Zabai (Mestre) 1.01.33; 3. Margherita Sabadin (Nottoli) 1.03.91. Master C3. 1. Luciana Fedon Martinoia (Super Cadore) 54.75; 2. Maurizia Patron (Ponte nelle Alpi) 1.00.55; 3. Domenica Rossi (Amici della Montagna) 1.01.06. Master C2. 1. Daniela De Wrachien (Treviso) 55.54; 2. Marina Capretta (Nottoli) 56.36; 3. Daniela Mazzorana (Nevegal) 57.40.
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CAMPIONI DI UNA VOLTA Nel 1960 l’incidente alle Olimpiadi americane
Tita non dimentica San Vito
Bortolo De Vido
Mercoledì 3 Febbraio 2010, |
Dopo alcuni mesi di permanenza a San Vito, Tita Pito, al secolo Battista Pordon, se n'è tornato negli Usa, dove vive abitualmente. A salutarlo prima della partenza c'era Tita Menegus Ruseco, esattamente come cinquant'anni fa, quando Tita partì, accompagnato dai voti augurali di un intero paese, per l'avventura delle olimpiadi invernali di Squaw Valley. Tita è infatti l’indimenticabile campione di sci che, poco più che ventenne, era stato designato a rappresentare l’Italia alle Olimpiadi Invernali americane: era il febbraio del 1960; doveva essere l’appuntamento più importante per un campione di sci ma il destino era in agguato. Nel corso di una delle prove cronometrate che precedono la gara vera e propria (la sua specialità era la discesa libera) cadde rovinosamente finendo sui massi che sporgevano ai lati della pista. Rimase due giorni tra la vita e la morte; la notizia giunta subito a San Vito aveva gettato tutti nello sconforto; Tita, grazie alla sua fibra robusta, guarì e... restò in America. Là infatti, all’ospedale di Reno nel Nevada, aveva conosciuto una ragazza che veniva spesso a trovarlo; Barbara, figlia di italiani, che Tita non si lasciò scappare. Così la sua vita di atleta, finita sul greto sassoso di una pista olimpica, gli aprì le porte a un inserimento positivo nel mondo del lavoro, a Reno. È tornato altre volte a San Vito, nella terra dei padri, ma da qualche anno i suoi soggiorni sanvitesi sono più lunghi. Qualche volta è accompagnato dalla bella figliola Jamie (in America vive un altro figlio; la moglie Barbara, qualche anno fa è mancata, stroncata da un tumore) e abita la casa che gli è toccata in eredità, a Chiapuzza. Nel 1997, per i 50 anni della Polisportiva Caprioli, l’associazione sportiva che lo “allevò”, era tornato per ricevere l'attestazione di simpatia e di stima di San Vito, sportiva e non, che non l’aveva dimenticato, come non aveva dimenticato la fama che il paese aveva goduto grazie alle sue imprese sportive.
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 Tita Menegus Ruseco e Tita Pito
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